Aironi
Vidi, in un campo appena lavorato, molti aironi che, vedendo la terra smossa, approfittavano del lavoro dei contadini per cercare qualcosa da mangiare; fermai la macchina e mi misi a correre verso loro, non per spaventarli, questo no, ma mi era venuta questa frenesia, correre verso loro, e con loro alzarmi in volo.
Ma inciampai nella terra smossa e caddi a terra, spaventando gli aironi, che si alzarono in volo.
Stetti steso, mentre volavano via, triste!
Poi tornarono!
Rimasi immobile, mentre loro scendevano, e mi venivano sempre più vicino…
Uno di loro mi si fece sempre più appresso, con il suo lungo becco mi toccò, non credevo mi volesse mangiare, e disse “ti porto in dono ciò che vuoi!”
E mi toccò ancora!
Toccato che fui per la seconda volta, mi sentii sollevare da terra, e nessuno c’era a porgermi la sua mano, ma ero io, che mi alzavo, mi alzavo in volo, mi erano comparse le ali…
Il racconto è inserito nel libro “Verrà l’anno che...”